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Cyberstalking

Come e Perché.


Dott. Silvia Corrent, 08/08/2016


"L’integrità della sua campata era rigorosa quanto il programma moderno stesso, ma intorno a esso era cresciuta un’altra realtà, che seguiva una sua logica. Questo era accaduto un pezzo per volta, senza seguire alcun piano, utilizzando ogni tecnica e ogni materiale immaginabile. Il risultato era qualcosa di amorfo e di sorprendentemente organico. [...] Le sue ossa d’acciaio si perdevano tra un accumulo di sogni: laboratori di tatuaggi, sale giochi, negozietti mal illuminati pieni di riviste in decomposizione, venditori di fuochi artificiali, di esche, agenzie di scommesse, chioschi di sushi, banchi di pegni non autorizzati, erboristerie, barbieri. Sogni di commercio, situati di solito sul livello che un tempo aveva trasportato il traffico veicolare; al di sopra di questi, fin sulla stessa cima delle torri che reggevano i cavi si arrampicava una baraccopoli sospesa, con la sua popolazione non censita e le sue zone di fantasia più privata." Gibson 1984


Il cyberstalking è lo stalking online. Il termine denota l'uso della tecnologia, in particolare Internet, per molestare una persona. Fra le caratteristiche comuni vi sono false accuse, monitoraggio, minacce, furto di identità e distruzione o manipolazione di dati. Il cyberstalking include anche lo sfruttamento di minori, a fini sessuali o di altro genere.Le molestie possono assumere varie forme, ma sono tutte indesiderate, spesso ossessive e solitamente illegali. I cyberstalker usano e-mail, messaggi istantanei, telefonate e altri dispositivi di comunicazione per compiere atti di stalking che possono assumere la forma di molestie sessuali, contatti inappropriati o semplicemente attenzione molesta nei confronti della vita e delle attività di una persona e dei suoi familiari. Trasversale a tutte le età e a tutte le condizioni socioculturali, il cyber-stalking, la coniugazione più moderna dell’incapacità di gestire una relazione sentimentale d’amore o d’amicizia, entra nella vita delle potenziali vittime da un monitor per rimanervi a lungo, a volte conducendo ad epiloghi tragici. La sicurezza sul web dipende soprattutto da chi lo utilizza: le persecuzioni telematiche si possono prevenire attraverso l’uso di semplici accorgimenti tecnici e di comportamento che devono ispirare sempre la navigazione nel mondo di internet.

      • Le regole anti-cyberstalking:

  • Quando apri un profilo sui social network limita al minimo le informazioni visibili a tutti che ti riguardano: non pubblicare il tuo indirizzo, il tuo luogo di lavoro, i luoghi di svago solitamente frequentati.

  • Imposta le regole di tutela della tua privacy sui social network consentendo solo a persone da te autorizzate l’accesso ai contenuti della tua bacheca, alle immagini e ai video caricati sulla tua pagina.

  • Se concedi la possibilità a sconosciuti di accedere alla tua casella di posta, al tuo blog, al tuo profilo di un social network segnala immediatamente agli amministratori dei vari servizi web eventuali comportamenti indesiderati;

  • Dietro allo schermo di un computer si nascondono intenzioni anche molto diverse: le parole scritte, gli emoticons, le immagini che ricevi da uno sconosciuto possono far nascere in te sentimenti reali verso persone che non esistono.

  • Se la tua relazione d’amore o amicizia virtuale ti fa sentire a disagio parlane con qualcuno di cui ti fidi: ricorda che un amore o un’amicizia autentica non generano, di solito, sensazioni così negative.

  • Considera un gioco le relazioni sentimentali che nascono su internet: un incontro reale con qualcuno conosciuto nel mondo del virtuale ti espone sempre al rischio di trovare una persona molto diversa da quella che pensavi, magari anche pericolosa.

  • Non rispondere mai a messaggi provocatori, offensivi e minacciosi pubblicati sugli spazi web personali: le tue risposte possono alimentare l’ossessione del potenziale stalker. Annota i tempi e i luoghi virtuali degli atti persecutori, i contenuti dei messaggi minatori e recati in un ufficio di Polizia Postale e delle Comunicazioni per effettuare una denuncia.

  • Se le attenzioni virtuali di una persona conosciuta sul web si fanno ripetitive, minacciose, ingiuriose, o comportano la rivelazione pubblica di immagini e contenuti personali forse sei vittima di cyberstalking: segnala i comportamenti, la tempistica dei contatti, i contenuti diffusi senza il tuo consenso al sito www.commissariatodips.it in modo che esperti della materia possano aiutarti a capire cosa fare.

  • Se sei oggetto di minacce, ingiurie e molestie sui tuoi spazi web sei vittima di un reato denunciabile in qualsiasi ufficio della Polizia delle Comunicazioni. Vedi indirizzi e numeri di telefono su www.commissariatodips.it.

  • Se hai deciso di incontrare una persona conosciuta su internet dagli un appuntamento in un luogo frequentato, in orario diurno e, se possibile, in compagnia di altre persone.

  • Se lo stalker è una persona che conosci, con cui hai condiviso una parte del tuo passato o con cui condividi ancora una parte importante del tuo presente, ricorda che nessuno può mettere in discussione la tua dignità e il tuo diritto a condurre in libertà la tua vita. Recati in un ufficio di Polizia e, in modo sincero, riferisci cosa ti accade e valuta con l’operatore di Polizia se è necessario sporgere una denuncia.

  • Controlla sempre l'accesso fisico al tuo computer e ad altri dispositivi abilitati per il Web come i telefoni cellulari. I cyberstalker usano software e dispositivi hardware (a volte collegati al tuo PC senza nemmeno che tu lo sappia) per tenere sotto controllo le loro vittime.

  • Assicurati di chiudere sempre i programmi quando ti allontani dal computer e utilizza uno screen saver con password. Lo stesso vale per le password sui cellulari. I tuoi figli e il tuo partner dovrebbero adottare le stesse buone abitudini.

  • Non condividere mai le tue password con altri. E ricordati di cambiarle spesso! È molto importante.

  • Fai subito una ricerca online del tuo nome o quello dei tuoi familiari e controlla i risultati. Non vergognarti di svolgere ricerche sui siti di social networking (inclusi quelli dei tuoi amici e colleghi) e assicurati di rimuovere qualsiasi dato personale o non appropriato.

  • Cancella o rendi privati agende o itinerari online in cui hai riportato gli eventi ai quali hai intenzione di partecipare. Potrebbero dar modo a uno stalker di sapere dove hai intenzione di recarti e quando.

  • Usa le impostazioni sulla privacy in tutti i tuoi account online per impedirne la condivisione online con persone al di fuori del cerchio di amici fidati. Puoi usare queste impostazioni per scegliere di non visualizzare il tuo profilo quando qualcuno cerca il tuo nome. Puoi anche impedire che qualcuno veda i tuoi messaggi e le tue foto.

  • Se sospetti che qualcuno stia utilizzando software spyware per tenere sotto controllo le tue attività quotidiane e ritieni di essere in pericolo, usa solo computer o telefoni pubblici per cercare aiuto. Altrimenti, i tuoi sforzi per ricevere aiuto diverranno noti al tuo cyberstalker mettendoti in un pericolo ancora maggiore.

  • Come sempre, utilizza software per la sicurezza affidabili e aggiornati per impedire a qualcuno di introdurre spyware nel tuo computer per mezzo di un attacco phishingo di una pagina Web infetta. Controlla l'app store dei tuoi dispositivi mobili per vedere qual è il software per la sicurezza disponibile. Il software per la sicurezza potrebbe consentirti di rilevare lo spyware sul tuo dispositivo e ridurre le possibilità di essere bersaglio di stalking.

    La molestia, nella vita di relazione (coppia, lavoro, amicizie) è sempre esistita: oggi con l’estendersi dell’uso delle tecnologie informatiche si diffonde anche alle relazioni telematiche. L’aumento dell’uso domestico e lavorativo dei computers ha comportato un vertiginoso aumento di casi di cyberstalking in U.S.A., Gran Bretagna, Australia (tre paesi dove esistono associazioni no profit come i Cyberangels o il Working on Halt Online Abuse, o istituzioni come l’americano National Centre for Victims of Crime, che si occupano di fornire aiuto alle vittime ma anche di censire e studiare il fenomeno, così offrendo visibilità a ciò che altrove resta "sommerso") e presto potrebbe causare conseguenze simili anche in Europa, in special modo con la diffusione di massa della connessione a banda larga. In Italia, di contro, la dottrina ed il legislatore, anche in virtù del modestissimo ruolo che ricopre la molestia nel nostro codice penale, hanno fino ad ora dedicato poca considerazione alle peculiarità del fenomeno. Uno dei maggiori ostacoli al riconoscimento in Italia di un reato autonomo di cyberstalking è dovuto alla frammentazione della fattispecie: nel nostro paese al cyberstalker possono essere contestati una pluralità di reati a seconda della condotta attuata ma nessuno in modo specifico se non la lieve e misera contravvenzione di cui all’articolo 660 del codice penale (Vedi Norme in Italia), inadeguata ad affrontare il reato in questione, e su cui ci sono seri dubbi per l’applicazione allo spazio telematico. Inoltre il reato di molestia e disturbo alle persone è sanzionato più lievemente rispetto ai reati che, in funzione strumentale o accessoria, ad esso si accompagnano; ciò contribuisce a oscurarne la specificità.

    Il termine inglese "stalking" ha cominciato a circolare in Italia assai di recente, dapprima utilizzato in psicologia e criminologia per definire la "sindrome del molestatore assillante" e poi entrando nel lessico giornalistico, sempre avido di vocaboli dal suono esotico. Cominciano quindi a venire qualificate come stalking da psicologi e giornalisti fattispecie che il giurista prevalentemente catalogava senza troppi pensieri nella contravvenzione prevista dall’articolo 660 del codice penale: molestia e disturbo alle persone. Il verbo inglese to stalk ha una pluralità di significati, letteralmente è traducibile come "avvicinarsi di soppiatto"; indica quindi il comportamento del predatore, fatto di appostamenti, inseguimenti: una caccia che si concretizza in una minaccia incombente sulla preda. Ed infatti lo stalker perseguita la propria vittima con pedinamenti, telefonate assillanti, comparendo nei luoghi frequentati da essa come le vicinanze dell’abitazione o del luogo di lavoro, ossessionandola con la propria presenza e procurando ad essa un sentimento di insicurezza e ansia.Ma lo stalking può anche essere attuato attraverso la comunicazione: minacce, messaggi macabri come animali morti davanti alla porta di casa, regali inquietanti (fiori che formano l’immagine di una pistola); definire analiticamente il comportamento dello stalker, sarebbe assai complesso e forse impossibile. Ma non è solo la condotta, assai varia, a caratterizzare questa fattispecie: il vero fulcro dello stalking è il bene giuridico tutelato: la libertà della persona e il suo benessere psichico. E’ proprio attraverso il bisogno di tutelare sempre più questi beni fondamentali non solo dalla rude violenza fisica o dalla minaccia espressa ma anche da comportamenti più sfumati ma ugualmente dolorosi per le vittime, che si è unificato fattispecie differenti per condotta e per motivazioni soggettive, che vanno dalla tradizionale violenza domestica alla persecuzione di un vip, sotto un unico nome: lo stalking.

    Un’altra novità importante è stata apportata dalla tecnologia: Internet si è rivelato terreno fertile per lo stalking. La Rete infatti offre grandi possibilità di comunicazione e interazione tra sconosciuti ed offre all’utente una (molto spesso illusoria) garanzia di anonimato.

  • Il Cyberstalker

    Il mezzo informatico offre al cyberstalker diverse modalità di azione: l’invio senza il consenso della persona offesa di grandi quantità e-mails o anche solo il ripetuto invio di e-mails non sollecitate dai contenuti offensivi o sgradevoli per il soggetto passivo (spamming); l’intrusione nel sistema informatico della vittima tramite programmi volti ad assumerne il controllo (trojan horses) o a danneggiarlo (virus), l’impersonificazione della persona offesa in Internet (in chat, newsletters, message boards…), spesso in contesti diffamatori (come siti di genere erotico); la pubblicazione sulla Rete di siti o comunque informazioni dai contenuti minacciosi o offensivi riguardanti la vittima. il profilo generale del cyberstalker è un individuo freddo, senza o con poco rispetto per gli altri. Un stalker è un predatore che può attendere pazientemente connesso alla rete, partecipare a chat o forum per entrare in contatto con qualcuno che appare una potenziale vittima, di solito donne o bambini, e gode nel perseguitare una persona particolare, può essere direttamente in contatto con essa o essere una completa sconosciuta. I cyberstalker appaiono ossessivi, egoisti, non accettano un no come risposta, hanno pochi amici e bassa autostima. E’ un individuo che utilizza le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (sia online che via telefono cellulare) per molestare un’altra persona. In generale i comportamenti possono includere, ma non sono limitati a, la trasmissione di minacce e accuse false , il danneggiamento dei dati, il furto di identità, il furto di dati, il monitoraggio del computer, la sollecitazione di minori a fini sessuali e ogni forma di aggressione online. Non ha bisogno di uscire di casa per trovare e molestare le sue vittime e si sente al sicuro, non ha timore di violenze fisiche, poiché non può essere fisicamente “toccato”. I suoi principali obiettivi sono per lo più donne e bambini. In genere la vittima è nuova sul web e inesperta delle regole della netiquette e ignora le regole per la sicurezza su internet. Il mezzo informatico offre al cyberstalker diverse modalità di azione: l’invio senza il consenso della persona offesa di grandi quantità di email o anche il ripetuto invio di email dai contenuti offensivi o sgradevoli, l’intrusione nel sistema informatico della vittima tramite programmi volti ad assumerne il controllo o a danneggiarlo, l’impersonificazione della persona offesa in Internet, spesso in contesti diffamatori (come siti di genere erotico); la pubblicazione online di siti o comunque informazioni dai contenuti minacciosi o offensivi riguardanti la vittima. Come per lo stalking ciò che unifica una quantità così diversificata di condotte è l’elemento soggettivo: la coscienza e volontà dell’idoneità del proprio comportamento a terrorizzare la vittima. Stalking e cyberstalking hanno significato in primo luogo una nuova concezione della molestia (azione che causa in una persona ragionevole un certo stress emotivo e un ragionevole grado di preoccupazione o di paura per la sicurezza propria e della propria famiglia): non più una semplice petulanza, un fastidio, uno scherzo poco gradito ma una grave lesione della libertà e della sfera personale del soggetto passivo.

  • Alcuni fattori che caratterizzano un comportamento di cyberstalking:
  • Diffamazione: il cyberstalker vuole danneggiare la reputazione della vittima e di volgere altre persone contro di lei. Spesso pubblica informazioni false su siti web. Crea pagine web e blog, allo scopo di danneggiare la reputazione della vittima, la denigra e diffama su newsgroup, chat, forum, social network , ecc.
  • Istiga altri a diffamare la vittima e cerca di coinvolgere terzi nella diffamazione.
  • Ama vedere le proprie diffamazioni a carico delle vittime apparire nei canali di ricerca, nei forum, nelle liste di discussione, nelle chat, nei social network.
  • Non si ferma se si tenta di farlo ragionare, anzi potrebbe diventare più ossessivo, tentano in tutti i modi di ottenere una risposta alle sue continue e incessanti provocazioni. Non accetta un rifiuto, vuole stabilire un contatto con la vittima
  • Cattiveria: il cyberstalker ha desiderio e intenzione di spaventare e fare del male.
  • Premeditazione: i comportamenti del cyberstalker sono pianificati e organizzati.
  • Ripetizione: la molestia non è solo un singolo episodio isolato.
  • Angoscia: le azioni del cyberstalker provocano nella vittima paura e angoscia.
  • Ossessione: lo stalker non si può fermare, nonostante gli avvertimenti.
  • Vendetta: lo stalker cerca vendetta contro la vittima.
  • Minacce: il cyberstalking fa una dichiarazione d’intenti in modo da collocare la vittima in ragionevole timore per la propria incolumità fisica.
  • La Vittima
Si ritiene che oltre il 75% delle vittime siano donne, ma in realtà è impossibile avere una stima reale, poiché la maggior parte dei crimini non viene denunciata.
Essere vittima di cyberstalking significa avere la sensazione che qualcuno abbia le chiavi della propria casa e che possa entrare a suo piacimento. In qualunque momento il molestatore può “entrare” nella sua vita e raggiungerla, la vittima ha la sensazione di essere in trappola, perché in qualunque luogo virtuale il molestatore può trovarla. Facilmente, poi, questa sensazione di insicurezza può ampliarsi e comprendere la vita quotidiana offline. La vittima viene letteralmente pedinata in senso virtuale, seguita in ogni azione compiuta, in ogni pagina frequentata, in ogni spazio di suo interesse. Il cyberstalker è alla costante ricerca di notizie che possano soddisfare la propria ossessione e la propria curiosità a proposito della vittima. Lo stalking può generare nella vittima stati anche gravi di paura e insicurezza, ansia, stati di angoscia, depressione, rabbia, flashback e incubi i cui contenuti sono gli attacchi e le minacce subiti, fino a configurarsi un vero e proprio Disturbo Post-traumatico da Stress,ossia uno sviluppo di sintomi che seguono all’esperienza di un forte stress, che può comportare lesioni o minacce all’integrità fisica, a cui la persona ha risposto con paura intensa e il sentirsi inerme o impotente. I sintomi di questo Disturbo comprendono il continuo rivivere l’evento traumatico (ricordi o sogni ricorrenti, flashback, sensazioni di rivivere l’esperienza, disagio psicologico al presentarsi di fattori che assomigliano per qualche aspetto all’evento traumatico), l’evitamento di stimoli associati al trauma (sforzi per evitare pensieri, sensazioni, attività, luoghi o persone associati all’evento), minore reattività (ridotta affettività, diminuizione di prospettive future), aumentato arousal (difficoltà del sonno, irritabilità, difficoltà a concentrarsi, eccessive risposte di allarme, ipervigilanza).
Non è sempre facile che una persona vittima di abusi chieda aiuto, questo perché, nonostante il disagio avvertito, chiedere aiuto è comunque difficile. Spesso ci si arriva quando è passato un lungo periodo di dolore, insoddisfazione, angoscia. A volte è troppo doloroso ammettere che abbiamo bisogno di ricorrere all’aiuto di un’altra persona, oppure temiamo di non reggere le conseguenze di intraprendere un cammino verso una maggior conoscenza di noi stessi, oppure non possiamo permettere un cedimento alla nostra immagine di persone efficaci e che bastano a se stesse, quindi ricacciamo indietro la possibilità di chiedere aiuto ed uscire dalla situazione angosciante in cui ci troviamo, rassegnandoci a non far nulla per cambiare la situazione.Altre volte sono i pregiudizi che ci bloccano, come la paura di essere giudicati per quello che sta accadendo, nostro malgrado. Essere capaci di chiedere aiuto è già di per se un importante atto di determinazione e di volontà di cambiamento, un nuovo inizio fondamentale per arrivare a voltare pagina. Attraverso un qualificato percorso di psicoterapia è possibile intervenire e risolvere le problematiche ansiose. Poiché la psicoterapia è costruzione di una relazione che il paziente e il terapeuta creano insieme: è uno spazio sicuro in cui il paziente può sperimentare anche capacità che non pensava di avere. Capacità che poi può utilizzare anche al di fuori del setting terapeutico, per sentirsi più sicuro, per costruire relazioni e per costruirsi uno spazio nel mondo dove sentire la vicinanza con gli altri e dove sentirsi gratificato, e trovare ciò di cui ha bisogno. Spesso, infatti, le problematiche ansiose sono collegate ad un senso di solitudine, amplificato dal fatto che il fenomeno del cyberstalking si consuma nella solitudine della propria stanza o casa, soli davanti al proprio pc. Definiamo meglio cosa si intende per “solitudine”: possono soffrirne anche persone con rapporti sociali, una vita di relazione, ma che hanno avuto un background familiare in cui le capacità di ascolto, comprensione ed empatia, ovvero tutte quelle esperienze che creano nella persona un vissuto profondo di relazioni valide e affidabili, non sono state adeguate, per cui questa persona si porta dietro tale vissuto di solitudine e questo vissuto farà parte di questa persona a tal punto che avrà difficoltà nel costruire relazioni “nutrienti”. Il senso di solitudine non si risolve soltanto stando “vicini”, si può stare vicini, senza conoscersi, si può stare in mezzo a tante persone, ma questo non significa necessariamente che ci sia vicinanza psicologica. La psicoterapia funziona per il fatto stesso che il paziente e il terapeuta costruiscono insieme una relazione stabile e sicura: il rapporto tra terapeuta e paziente è innanzitutto umano, vero: in uno spazio sicuro il paziente può sperimentare esperienze, capacità e competenze e aggiornare l’idea che ha di sé.
  • Sottovalutare il Cyperstalking
Il cyberstalking avviene nella dimensione digitale spesso su interet, attraverso il telefonino in un mondo dai più percepito come virutale ma invero capace di raggiungerci in ogni luogo ed attimo e legato alla nostra dimensione sociale, reputazione ed onore. Il fatto che il cyberstalking non implichi un contatto fisico tra molestatore e vittima, può creare la percezione che sia meno nocivo dello stalking. Questo non è necessariamente vero. Mentre Internet diventa sempre più parte integrante della nostra vita personale e professionale, i cyberstalker possono approfittare della facilità di comunicazione e di un maggiore accesso alle informazioni personali. Inoltre, la facilità d’uso e la natura delle comunicazioni via Internet, impersonali e apparentemente anonime, possono far cadere tabù e incentivare nelle persone comportamenti molesti che nella vita reale non metterebbero in atto: un cyberstalker può sentirsi protetto dall’anonimato e più al sicuro di agire indisturbato. Inoltre, le molestie online potrebbero essere un preludio a comportamenti più gravi.

Dott.ssa Silvia Corrent








ultima modifica: 08/08/2016

in: Approfondimenti sulla sessualità / Sessualità e tecnologia