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Castrazione contro gli omosessuali in Germania fino al 1969

Nuove agghiaccianti scoperte fatte proprio nel periodo della giornata della memoria.


Che durante la II Guerra Mondiali, gli omosessuali fossero perseguitati e massacrati non è, purtroppo, una novità. Nuove scioccanti rivelazioni, recentemente rinvenute dallo storico Jens Kolata nel quotidiano tedesco Stuttgarter Zeitung, suggerirebbero, tuttavia, che la castrazione per gli omosessuali in Germania è stata praticata fino al 1969. anche molto dopo, quindi, la caduta del regime nazista


Lo studioso ha reperito cartelle cliniche custodite negli archivi della fortezza di Hohenasperg, a 20 chilometri dalla città di Stoccarda, che oggi ospita l’ospedale centrale del carcere regionale, che un tempo fu la sede degli interventi di castrazione.

Queste torture furono praticate su omosessuali, costretti o indotti alla castrazione, fino al 1969, quando il governo tedesco abolì il paragrafo 175 del codice penale, precedentemente aggravato dall’intervento dei nazisti, convinti che l’evirazione fosse un mezzo per preservare la purezza della razza ariana. I nazisti castravano anche uomini gay e bisessuali per “curarli” e condurre crudeli esperimenti medici, come quelli molto noti del medico danese Vaernet, che altro non erano che un’ulteriore sofisticata forma di tortura. In alcuni casi, soprattutto nel primo periodo del regime, i nazisti proponevano ai catturati la castrazione come alternativa alla prigione o ai campi di concentramento. Si ritiene che in quegli anni migliaia si siano sottoposti a quella che essi definivano “smachilizzazione volontaria”.

Le cartelle cliniche riportano annotazioni relative a uomini sottoposti a castrazioni per “crimini sessuali” e portano la firma dello psicologo Nikolaus Heim. Quest'ultimo aveva seguito i casi di 51 uomini che tra il 1963 e il 1978 avrebbero subito questi trattamenti, segnando anche le conseguenze sulla salute delle vittime di questa pratica. Sulle cartelle di 12 dei 58 casi seguiti, era riportata la dicitura “omosessuale” per identificare la tipologia di crimine.

La prima menzione della castrazione come punizione o trattamento per gli omosessuali in Germania emerge sotto il regime nazista. Veniva usata contro vari gruppi, inclusi i disabili, i Rom e Sinti, gli Ebrei e i cosiddetti “asociali”, per impedirne la riproduzione e il mescolamento genetico. In alcuni casi, soprattutto nel primo periodo del regime, i nazisti proponevano ai catturati la castrazione come alternativa alla prigionia e ai campi di concentramento.

Le scoperte di Kolata sarebbero confermate anche dalla testimonianza riportata sempre dallo stesso quotidiano di un uomo di nome Gustav, che nel 1996 aveva raccontato a un programma radiofonico tedesco di aver scontato vent'anni di prigione per la sua omosessualità e di essere stato sottoposto a castrazione nel 1968. Da quanto raccontato, dopo l’ultimo arresto, l’allora procuratore avrebbe convinto Gustav ad accettare questo intervento in cambio della liberazione.

Si pensava che la pratica fosse morta col regime nazista. Ora la Germania deve riscrivere la sua storia.

Queste rivelazioni pongono la Germania a una importante revisione storica: il ministero federale della Giustizia ha annunciato l’intento di risarcire gli omosessuali che hanno sopportato queste pratiche nel dopoguerra.








ultima modifica: 31/01/2017

in: Approfondimenti sulla sessualità / Omosessualità