ATTENZIONE! La tua versione di Microsoft Internet Explorer è obsoleta.. e ti fa vedere tutti i siti moderni sfalsati. Aggiornala adesso cliccando qui!

BDSM: una sfumatura decisa o un atto violento?

semafori, safewords e messaggi non verbali


In occasione della BDSM Conference domande e risposte utili a comprendere


In occasione della BDSM (Bondage Domination Sadism Masochism) che si terrà il 5 marzo 2016 a Roma, vale la pena di porci un paio di domande piuttosto diffuse su questa sfumatura decisa della sessualità.

Chi si dedica a queste pratiche è affetto da un disturbo mentale? Ha cioè necessariamente esperito la sessualità prematuramente e in maniera violenta? Importanti studi (Wismeijer, A. A., & Assen, M. A., 2013. Caratteristiche psicologiche di praticanti di BDSM. Il Journal of Sexual Medicine) hanno dimostrato che non c’è correlazione certa tra malattia mentale e BDSM. Invece è dimostrato che esistono tratti di personalità ricorrenti, che accomunano i BDSM: estroversione, sicurezza di sé, socievolezza, maggiore stabilità emotiva, a fronte di minore propensione alla compassione e ai legami amichevoli.

Si può definire una pratica perversa?

No, se rappresenta uno dei modi attraverso cui esperire il piacere e non l’unico modo possibile. Avere a disposizione un ventaglio di “cose piacevoli” è una ricchezza, non già una perversione.

Esiste un limite oltre il quale non si può andare e se esiste chi lo segna?

Nel gioco BDSM c’è chi sottomette (“dom”, “top”) e chi è sottomesso (“sub”, “bottom”) ed entrambi hanno la possibilità di bloccare l’azione durante una sessione, quando diventa insopportabile attraverso una parola (“safeword”), che andrà scelta con cura in modo da non confondersi invece con parole dette senza il reale intento di far smettere (“no”, “basta”, “fermati”).

Un’alternativa è quella del semaforo: “ROSSO” per fermare tutto; “GIALLO” per rallentare; “VERDE” per continuare con la stessa intensità, “BLU” facoltativo per incitare a procedere con più forza.

In ultimo ma non per importanza esiste anche un’alternativa non verbale, utilissima quando si è in situazioni in cui non si può parlare: fare “no” con la testa guardando il dom negli occhi; suonare una campanella, far cadere qualcosa che si aveva in mano fin dall’inizio.








ultima modifica: 04/03/2016

in: Approfondimenti sulla sessualità / Sessualità e altro