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“Un Bacio”

di Ivan Cotroneo


Stereotipi sessuali. Omofobia. Omofobia interiorizzata. Bullismo omofobico. Abusi sessuali. Può un film parlare di tutto questo?


“Un bacio” di Ivan Cotroneo ci riesce, svelando un’immagine cruda ma realistica della nostra situazione attuale, concentrandosi soprattutto in ambito scolastico e sui diritti sessuali degli adolescenti in Italia, specificamente in un contesto piccolo e provinciale.

Lorenzo, Blu e Antonio, i protagonisti del film, hanno molte cose in comune: frequentano la stessa classe nello stesso liceo in una piccola città del nord est e tutti e tre, anche se per motivi differenti, finiscono col venire isolati dagli altri coetanei. Liberamente ispirato all'omonimo libro del regista, edito da Bompiani nel 2010, “Un bacio” è un film sull’adolescenza, sulle prime volte, sui primi amori e delusioni, sulla ricerca della felicità. Ma anche e soprattutto sul bullismo e sull’omofobia. Sui modelli culturali e sugli schemi, soprattutto sessuali, che ci impediscono, e che impediscono in primis ai ragazzi, di essere felici, di trovare la loro singola, unica e personale strada per la felicità. E’ interessante che in due di questi personaggi può essere rintracciato un movente “sessuale” per l’isolamento nel quale vengono confinati, facendoci riflettere su quanto gli script sessuali siano ancora molto radicati e immobili. Lorenzo è il ragazzo gay che arriva in provincia e che non riesce ad essere accettato nel suo orientamento sessuale. Blu è una ragazza criticata perché fidanzata con quello che era il ragazzo più bello della scuola. Antonio viene invece emarginato perché ha degli atteggiamenti particolari e diversi da quelli che i compagni si aspetterebbero, comportamenti forse connessi anche ad una omofobia interiorizzata ma collegati sicuramente ad una storia di vita non facile.

 

Credo che il messaggio che viene lanciato, o che almeno mi è arrivato, è piuttosto interessante e significativo. Ciò che voglio evidenziare di più nel film è la stretta connessione tra omofobia e caratteristiche individuali della persona e sociali del contesto. Il regista ci mostra in modo piuttosto chiaro come l’omofobia sia radicata in un processo di non accettazione del sé, delle proprie componenti sessuali ma anche non, del modo in cui veniamo vissuti e visti dagli altri, e questo fattore è tutt’oggi sempre più influente negli uomini, perché l’identità di genere maschile è ancora vista in modo più rigida di quella femminile: all’uomo viene consentita una minore deviazione dalla media, da quella che viene purtroppo tutt’oggi spesso identificata come l’unica “normalità”. Tutto ciò si collega in modo stretto a studi recenti che evidenziano come ci sia sovente una patologia psicologica sottostante all’omofobia. Cosa traiamo dunque da “Un bacio”? A mio parere conferma l’importanza di una educazione sessuale, soprattutto ma non solo destinata ai ragazzi, per fare in modo che il contesto si modifichi rapidamente verso una garanzia dei diritti sessuali per tutti, comprese le minoranze. Credo che il film sia anche di sostegno, in modo sottile, nel sensibilizzare l’opinione pubblica che questa educazione sessuale non dovrebbe essere fatta solo di contenuti, ma che dovrebbe aiutare invece a riflettere anche emotivamente sulla sessualità propria e altrui, perché la violenza nasce dall’ignoranza e dalla non accettazione anche delle proprie componenti emotive. Buona visione a tutti!








ultima modifica: 29/04/2016

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