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Omosessualità

L’omosessualità è uno degli orientamenti sessuali esistenti


Potremmo definire l’orientamento sessuale come “l’oggetto verso cui è rivolta l’attrazione erotica (maschi, femmine o entrambi). Orientamento sessuale, identità di genere e ruolo di genere sono concetti diversi e non necessariamente correlati” (Lingiardi, 2004, p. 93)


Il concetto di ruolo di genere va infatti a definire quell’insieme di comportamenti, affermazioni, sentimenti che identificano un soggetto come uomo o donna, a prescindere dalla struttura anatomo-biologica.

Parlando di orientamento sessuale ci allontaniamo dall’ottica binaria persistente negli altri due costrutti per trovarci in una divisione ternaria: omosessuale, eterosessuale e bisessuale. L’allontanamento dall’ottica binaria è comunque solo formale, in quanto se l’omosessualità è ancora poco accettata, la bisessualità è talvolta anche ignorata o distorta a livello sociale. Alcuni psicoanalisti considerano infatti i bisessuali come eterosessuali malati, che utilizzano i rapporti omosessuali per allontanare l’ansia creatagli dagli impulsi eterosessuali (Isay, 1989). Molte persone eterosessuali hanno poi un atteggiamento negativo nei confronti della bisessualità, considerandola frutto di un instabilità emotiva o di una eccessiva dissolutezza e licenziosità. Allo stesso modo molti omosessuali accusano i bisessuali di essere degli omosessuali che, terrorizzati del proprio orientamento omosessuale, si nascondono in questo stato transitorio (Barbagli, Colombo, 2001).

Quando ci riferiamo all’orientamento omosessuale dobbiamo necessariamente porre l’attenzione su come la comunità scientifica sia ancora divisa nel parlare di questo atteggiamento. Nonostante infatti nel 1973 il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM) abbia eliminato l’omosessualità dall’elenco dei disturbi mentali, vi sono ancora alcuni esponenti della comunità scientifica, sia in ambito psichiatrico (Nicolosi, 1991) sia in ambito psicoanalitico (Botella, 1999) convinti di una patologicità per se dell’orientamento omosessuale.

Ciò che riteniamo importante sottolineare è che alcuni stereotipi connessi alla sessualità in cui ancora ci muoviamo, basata sulla visione di mascolinità = attività e femminilità = passività, apparentemente innocui e scontati, siano alla base di grandi scompensi della nostra società dei quali ancora è possibile sentire le conseguenze soprattutto in termini di disuguaglianza di diritti, creando dei binomi in termini di migliore/peggiore che costituiscono il nucleo di alcune delle discriminazioni vigenti (ad esempio l’idea che essere eterosessuale sia migliore di essere omosessuale).


American Psychiatric Association (1973). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 2nd edition.

Barbagli, M., Colombo, A. (2001) Omosessuali moderni. Gay e lesbiche in Italia. Il Mulino, Bologna.

Botella, C. (1999) L’ homosexualitè(s): vicissitudes du narcissisme. Revue Française de Psychanalyse, 63, 4.

Isay, R.A. (1989) Essere omosessuali. Omosessualità maschile e sviluppo psichico. Tr. it. Raffaello Cortina, Milano 1996.

Lingiardi, V. (2004) La personalità e i suoi disturbi. Lezioni di psicopatologia dinamica. Il Saggiatore, Milano.

Nicolosi, J. (1991) Reparative therapy of male homosexuality. Jason Aronson, Northwale.








ultima modifica: 31/05/2015

in: Approfondimenti sulla sessualità / Omosessualità