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Nymphomaniac

La ninfomania


Una storia di dolore o un film porno?


Nonostante quanto anticipato da varie fonti, Nymphomaniac non è un film porno. Vista che questa non vuol essere una recensione artistica ma un punto di osservazione clinico, sarebbe giusto partire da qui. Un film si definisce porno quando sono presentate scene, solitamente incentrate a mostrare vari generi di rapporti sessuali, volte a eccitare sessualmente lo spettatore. Nymphomaniac è un pugno allo stomaco. I nudi, i rapporti sessuali presentati durante la vita della protagonista, non hanno niente di pornografico, ma sono volti a spiegare l’incredibile sofferenza di Joe, la protagonista del film. La sua incapacità di raggiungere l’orgasmo, la sua dipendenza dal sesso come fosse una droga (le scene delle crisi d’astinenza sono esplicative), il suo percorso alla ricerca di se stessa, delle sue emozioni che per quasi tutto il film non è in grado di capire, toccare o solo nominare, sono alcuni aspetti della patologia conosciuta come “ninfomania”.

Altra doverosa precisazione per chi ancora non l’avesse capito: la ninfomania è una vera e propria patologia. Il dare della ninfomane a una donna oggi è utilizzato come sinonimo dispregiativo di una donna cui piace avere numerosi rapporti sessuali o, ancora più erroneamente, come parallelo di “prostituta”. Come si capisce chiaramente, Joe non prova alcun piacere dal rapporto sessuale in sé, esso viene ricercato come strumento per riempire un vuoto interiore di origini più remote. Il rapporto con i genitori è sicuramente esplicativo, anche se mi avrebbe fatto piacere una maggior spiegazione dei personaggi, in particolar modo quello materno, che è comunque presentato come freddo e assente. Al contrario il padre sembra essere l’unica figura maschile positiva, anche se non riconosce mai il problema della figlia e soprattutto prende le difese della madre fino all’ultimo.

Sicuramente romanzato ed estremizzato, nessun personaggio che circonda Joe è esente da vissuti e storie di profondo dolore che si manifestano in patologie correlate alla sfera relazionale, sessuale ed emotiva, cosa che contribuirà sempre più a isolarla, a lasciarla nella sua profonda solitudine. Persino lo psicologo manca di empatia e assomiglia alla madre fredda e distaccata, preoccupato solo a dare una definizione diversa di ninfomania e a privare Joe degli stimoli che potrebbero “indurla in tentazione”. Il rapporto con il figlio, l’incapacità di averne cura e i sensi di colpa che ne seguono.

La versione presentata al cinema non è comunque quella integrale e non è stata approvata dall’autore, che ha dissentito sui grandi tagli effettuati per permetterne la distribuzione.

Resta l’enorme tabù legato alla sessualità che fa si che i film che propongono violenza gratuita passino senza restrizioni e che film più introspettivi vengano a malapena accettati con diffida. Questo ha il solo “difetto” di mostrare organi genitali, di essere centrato su temi sicuramente difficili e molto duri ma volti a spiegare un vissuto e a dare coscienza e conoscenza di un qualcosa ancora avvolto nella paura di essere affrontato, come le patologie sessuali.










ultima modifica: 06/06/2015

in: Letture e film consigliati / Ti consiglio un film