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Lo spettro del “Gender”

Negli ultimi anni abbiamo sentito parlare varie volte di questa fantomatica “teoria del gender” e di come questa potesse influenzare lo sviluppo dei bambini.


Ma di cosa stiamo veramente parlando?


Alla base di tutto questo dibattito ci sono diversi studi e ricerche sono stati condotti in svariate discipline in ambito accademico a proposito dei differenti livelli, aspetti e temi delle identità sessuali, delle loro origini e dei rapporti tra soggetti e contesti sociali e culturali

Tali ricerche sono cominciate negli Stati Uniti tra gli anni settanta e ottanta del secolo scorso e hanno iniziato a diffondersi poi in Europa e nel resto del mondo negli anni ottanta: sono gli studi all’origine della liberalizzazione dei costumi sessuali.

Gli studi di genere si situano dentro un contenitore molto più ampio, noto come “studi culturali” (cultural studies), che ha contribuito anche, per esempio, a definire gli approcci contemporanei allo studio delle condizioni di disabilità. Inizialmente, tali studi sono stati condotti soprattutto dai movimenti femministi o di persone omosessuali, nonché dalle minoranze etniche e linguistiche.

Alla base di questi studi esiste la possibilità di riflettere sui ruoli di genere dominanti e sulle relazioni di potere che ne derivano per modificarli: questi sono interpretati, infatti, alla base delle diseguaglianze sociali. Ciò non vuol dire condizionare l’orientamento sessuale, né comporta perturbazioni nel processo di formazione dell’identità sessuale e di genere nel bambino/a o nell’adolescente.

Non esiste, infatti, alcuna evidenza scientifica che un bambino educato all’interno di un modello culturale flessibile e rispettoso dei diversi modi di vivere la maschilità-femminilità cresca con disturbi psicologici specifici: crescerà invece in modo più tollerante e rispettoso della propria sessualità e di quella degli altri, come dimostrano gli studi sulle persone che hanno seguito dei corsi di educazione sessuale.

Nonostante i reali obiettivi dei gender studies, è stata scatenata da diversi gruppi fondamentalisti una campagna contro una presunta “teoria del gender”.

È molto importante cercare di comprenderne gli scopi e i metodi: parliamo di un’invenzione dell’ultimo decennio che ha il chiaro scopo reazionario di impedire l’emancipazione da un lato delle donne e dall’altro delle persone LGBTIQA (lesbiche, gay, bisex, transgender, intersessuali, queer, asessuali).

Stando ai promotori di questa campagna, l’ideologia gender (o “teoria del gender”) sarebbe il presupposto dell’azione che soprattutto le minoranze sessuali (organizzate secondo loro in “lobby gay” penetrate nel tessuto sociale, scolastico, economico e politico del paese) starebbero portando avanti per imporre:

·       la negazione delle differenze (anche biologiche) tra maschi e femmine

·       la distruzione dei generi

·       la distruzione quindi della famiglia “naturale”

·       la promozione dello “stile di vita omosessuale

·       la discriminazione “alla rovescia” delle persone eterosessuali

Parliamo, ovviamente, di una cattiva interpretazione dei corsi di educazione sessuale, che mirano invece, tramite una migliore conoscenza e riflessione sulla sessualità e sui suoi stereotipi, a risolvere problemi e diseguaglianze come: la violenza di genere, il bullismo, l’omofobia...

Ferrari F., Ragaglia E.M., Rigliano P. (a cura di) Il “Genere”: una guida orientativa: 2015.








ultima modifica: 30/06/2016

in: Approfondimenti sulla sessualità / Sessualità e altro