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La Seduzione

Discipline a confronto.


Dott. Silvia Corrent, 30/07/2016


“Bisogna sempre studiare, prepararsi, tutto dev’essere predisposto (…) Ecco come s’incomincia. Si neutralizza la sua femminilità con l’ironia, la si destabilizza cambiando continuamente strategia, creando confusione, alternando sentimento e distacco, prestandole attenzione e poi mostrandosi indifferenti, irritanti, e poi di nuovo interessati. La donna deve sentirsi turbata, smarrita, del tutto disorientata. Nelle acque agitate si pesca meglio. Quando una ragazza è turbata, si può osare con successo quello che altrimenti fallirebbe”. Johannes


Il verbo Sedurre deriva dal termine latino SED (indicante separazione) – DUCERE (condurre) e prende il significato di portare in disparte.

Ritroviamo in diverse culture, epoche e tematiche il concetto di Seduzione con accezione negativa. Partendo dalle antiche narrazioni sulle divinità greche, l’epiteto seduttivo viene attribuito a forze soprannaturali per sottolineare l’aspetto demoniaco di questa. Si distinguono più figure che incarnano il potere seduttivo: Pan, ad esempio, è una figura caprina con odore selvatico, che insidia la verginità delle ninfe, rappresenta la violenza con cui l’anima sperimenta la fascinazione e il turbamento dell’incontro con il Dio. E’ il Dio dell’istinto, seduce e abbandona. Bisogna prima incontrare Pan per accedere ad Eros, bisogna sperimentare una corporeità tormentata nel dominare i suoi istinti per fare in modo che la psiche unisca istinto e amore. Così Pan lascia il posto ad Eros, raffigurato con arco e frecce, perché la seduzione operata da lui è sentita come una bruciatura, una “trafittura”. Poi c’è Zeus che esprime l’aspetto più violento e distruttivo di questo potere, il quale si sperimenta con l’inganno, prendendo le forme che meglio possono espugnare le resistenze di chi si vuole amare. Troviamo Afrodite, come seduzione della bellezza, in termini di gioco, Dioniso, che incarna il perdersi della ragione, e così molti altri.

Per il Cristianesimo il destino dell’uomo si compie con un primo atto di seduzione, nella Genesi troviamo Satana che seduce Eva ed Eva che seduce Adamo. Eva trova la mela nel giardino dell’Eden e si domanda “Come ha fatto a sfuggire alla mia attenzione la bellezza particolare di questo albero piazzato nel mezzo del giardino? Perché la mia felicità sembra ad un tratto dipendere dal suo frutto? Mangiare un frutto così desiderabile, non può che farmi del bene!”. Satana distorce le parole di Dio e con arroganza tratta Dio come bugiardo, accusandoLo di abusare del Suo potere per frustrare la propria creatura limitandone la felicità. Segue che "La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza; prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò." Satana l'ha sedotta, ma lei aveva peccato deliberatamente. Eva ha mancato la possibilità che le si proponeva per dimostrare la capacità dell'essere umano di obbedire a Dio volontariamente e con amore. I risultati furono disastrosi: Adamo ed Eva conobbero il disagio l'uno nei confronti dell'altro: sfiducia ed alienazione; e il disagio nei confronti di Dio: ebbero paura e si nascosero.

 In Letteratura incontriamo dapprima Omero, antica Grecia, che nel Odissea attribuisce il potere seduttivo a Circe, una maga che trasforma gli uomini in maiali, e alle Sirene, le quali attraggono con il loro canto dolce e distruttivo; la voce della Sirena richiama la qualità della madre di calmare il bambino, è una voce bassa, e il suo potere di seduzione deriva dalla lentezza e dalla suggestione con cui formula le parole. Poi Dante, in pieno Romanticismo, ci racconta, nella Divina Commedia, di Paolo e Francesca, due giovani che perdono la vita perché sottomettono la ragione alla passione; lo sconvolgimento amoroso conduce l’anima sedotta alla morte. Paolo e Francesca scontano la loro pena nel cerchio dei lussuriosi, accanto ad anime di illustri amanti e seduttrici, come Cleopatra, Tristano ed Elena; la lussuria è considerata come un peccato di trascinamento: l’anima si lascia attrarre passivamente dalle occasioni di piacere, si lascia portare passivamente dall’istinto seguendo i miraggi dei sensi. I lussuriosi sono in un luogo senza luce, metafora della loro cecità interiore, attraversato da raffiche di vento, questa è la legge del contrappasso: in vita si sono lasciati trasportare dalla tempesta dei sensi, ora sono condannati a rimanere nel turbine di vento, dove le anime sono scagliate le une contro le altre. Tutti vittime del Mal Perverso, scaturito da una perversione ossia dalla colpevole deviazione dalla giusta via.

In Filosofia Platone ci parla della seduzione come uno stato ipnotico come un “delirio divino”, è l’estasi, l’uscir fuori di sé, un’adesione incondizionata e fulminea. Kierkegaard spiega la seduzione come un deficit nello sviluppo personale del seduttore. Postula l’esistenza di tre stadi: estetico, etico e spirituale. Il seduttore, non essendo capace di rivelare se stesso nello stato etico, si ferma a quello estetico dove si gioca a nascondino col Mondo per restare un enigma per se stessi. Fa rivivere il mito del Don Giovanni, prototipo del libertino immorale e spietato, nelle pagine di il “Diario di un seduttore”, pubblicato nel 1843. È una riflessione sulla malattia dell’insoddisfazione eterna che colpisce quanti non riescono ad andare oltre il ‘materiale’ della vita: “non appena la realtà perdeva la sua forza di attrazione, la capacità di stimolarlo, egli rimaneva disarmato: questo era il suo male”. La filosofia di vita del seduttore sarà la sua stessa condanna: il vero seduttore si appaga nella ricerca estrema del piacere, trae la sua momentanea soddisfazione non nel possesso dell’‘oggetto’ conquistato ma nell’atto della conquista stessa. La seduzione è la sua arte, fatta di strategie e di armi solo apparentemente ordinarie: attraverso parole, gesti, silenzi, sguardi, finte casualità, il vero seduttore mette in atto una vera e propria ‘guerra’ dei sessi. Sedurre una donna significa, per lui, riuscire ad esercitare un’influenza spirituale.

Ma la soddisfazione dura un istante. Raggiunto lo scopo, l’obiettivo successivo è quello di troncare la relazione: il vero seduttore seduce e si fa abbandonare. “Conquistare l’anima di una ragazza è un’arte, sapersene liberare è un capolavoro”. Il piacere estremo sarà dunque puramente narcisistico e consisterà nell’estatica contemplazione della riuscita perfetta della sua impresa. Dopodiché, di nuovo il vuoto. Il culto del piacere è provvisorio, non riempe la vita spirituale dell’uomo. Ciò che serve all’uomo è la morale, e qualcosa di più alto in cui credere. In anni più recenti, Jean Baudrillard, descrive la seduzione come una sovversione dell’ordine, interno ed esterno, sovvertimento della vita quotidiana e della regolarità degli affetti privati. Delinea la seduzione come obliqua collocandola sul versante del sinistro e del male.

Antropologicamente parlando, la seduzione nasce a garanzia della sopravvivenza della specie. Racchiude il processo di attrazione, che include la selezione del partner potenziale per la procreazione, e una seconda fase di attaccamento, quindi del mantenimento della prossimità del partner e della sopravvivenza della prole (Shulman 2008). Secondo lo psicologo evolutivo David Buss, la donna deve possedere caratteristiche fisiche a garanzia del fatto di poter dare all’uomo figli sani, ad esempio una donna con gambe lunghe e dritte può essere considerata seducente, in passato era segno che non era affetta da rachitismo e quindi poteva partorire facilmente, un seno generoso indicava che non avrebbe avuto problemi ad allattare, un sedere abbondante era la conferma che avrebbe avuto scorte di grasso per sopravvivere nei mesi più duri dell’inverno. L’uomo doveva essere robusto per proteggere la propria donna, inoltre si ipotizza che una voce bassa e forte sia sinonimo di un alto livello di Testosterone (Feinberg 2011). Si può affermare che gli antichi modelli della seduzione rimangono ancora oggi e ne determinano i meccanismi. Alcuni studi hanno persino dimostrato analogie tra i gesti della seduzione umana e quelli dei gorilla.

Concludendo, che sia in filosofia, in letteratura, in racconti religiosi, od osservazioni scientifiche, il soggetto sedotto è derubato e privato della capacità di giudizio quasi come se l’atto di sedurre fosse una truffa, un gioco a uno, ma in realtà è uno scambio tra chi seduce e chi permette di essere sedotto, senza il permesso tacito dell’altro probabilmente non ci sarebbe alcuna scelta, piuttosto una violenza subita. Come nel tango si raggiunge una perfetta sintonia, nella comunione di due corpi che si muovono all’unisono tanto da sembrare plastici, il rispetto dei tempi e dello spazio dell’altro che paradossalmente si declinano in un abbraccio profondo ma delicato. Così come in questo ballo, simbolo di sensualità e seduzione, anche nel comportamento seduttivo, la coppia restituisce l’impressione di muoversi con un unico corpo.









ultima modifica: 30/07/2016

in: Elementi di sessuologia / Curiosità