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Fisiologia della risposta sessuale

Da Masters & Johnson alla Basson


Come funzioniamo sotto le lenzuola?


Cercheremo di spiegare nella maniera più semplice possibile un fenomeno estremamente complesso come quello della risposta sessuale. Ad essere complesso è infatti il processo che prende in considerazione sia la parte psicologica che la parte biologica. La risposta sessuale parte quando elaboriamo uno stimolo esterno come rilevante sessualmente in base al nostro vissuto, alla nostra motivazione, al nostro desiderio e alla nostra eccitazione.

Attualmente non vi è un modello coerente che tenga conto dei vari sistemi fisiologici che generano una risposta, tuttavia un complesso modello neurocomportamentale implica componenti cognitive, emozionale e motivazionali con l’attivazione di specifiche aree cerebrali, il coinvolgimento delle aree autonome del sistema simpatico e parasimpatico e ipotalamo-endocrine con le due classi di ormoni gonadici: gli androgeni e gli estrogeni.

La risposta sessuale è stata studiata nel corso degli anni a partire da Masters e Johnson, pionieri della moderna sessuologia, per arrivare alle scoperte più significative della Kaplan prima, negli anni ’70, e della Basson poi, nel 2005. In un primo momento si pensava che la risposta sessuale avvenisse in un unico blocco comprensivo di step che dovevano progressivamente essere attivati per completare il ciclo della risposta sessuale. Si partiva con l’eccitazione, si proseguiva con una fase di plateau per poi arrivare all’orgasmo ed infine avere una risoluzione dove si tornava ad una situazione di neutralità che nel caso dell’uomo coincideva con il periodo refrattario, ovvero un periodo di tempo nel quale è “insensibile” agli stimoli sessuali.

Negli anni ’70 la Kaplan rivide questo concetto di Masters e Johnson dando vita a quelle che sarebbero diventate le fasi della risposta sessuale. Queste fasi vennero ideate a partire dall’esperienza clinica della studiosa, in quanto le patologie sessuali potevano venirsi a trovare in due aree specifiche e ben distinte tra loro, ovvero quella dell’eccitazione e dell’orgasmo. Dopo alcuni anni la Kaplan aggiunse a queste due fasi una terza, il desiderio, in quanto alcune patologie non venivano spiegate o risolte coi presupposti teorici e clinici applicati per gli altri due.

Sul finire degli anni ’70 la fisiologia della risposta sessuale venne così completata in quanto ad ogni fase corrispondono delle modificazioni biologiche specifiche per gli uomini e per le donne.

In estrema sintesi: il desiderio è un aspetto puramente psicologico (per questo è stato più difficile da individuare) che attiva l’uomo e la donna a voler intraprendere un’attività sessuale. L’eccitazione si manifesta principalmente nell’uomo con l’erezione e nella donna con delle modificazioni genitali cui fanno capo le secrezioni vaginali, l'erezione dei capezzoli e l'irroramento del clitoride. L’orgasmo consiste nell’emissione del seme per quanto riguarda l’uomo e nelle contrazioni utero-vaginali nella donna.

In tutte le fasi, la componente psicologica è sempre presente ed è la più rilevante tanto che, nel 2005, la Basson rivide la risposta sessuale della donna trasformando il modello fasico in uno ciclico, dove la valutazione della soddisfazione del rapporto va ad influenzare positivamente o negativamente un’eventuale riproposizione dello stesso.









ultima modifica: 27/05/2015

in: Approfondimenti sulla sessualità / Fisiologia della sessualità